Cronache di esami universitari – Vol. I

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Tutti i tragicomici esami universitari che riporto in questo articolo sono realmente accaduti. La mia sarà, dunque, una cronaca fedele di alcuni degli episodi più esilaranti registrati nel mio tortuoso percorso di assistente universitario. Trascriverò i dialoghi in termini teatrali, senza le spiegazioni e gli “egli disse” di rito. Ma non fraintendetemi, non è un espediente stilistico: durante un esame io e lo studente siamo personae, cioè ‘maschere’, ‘personaggi teatrali’.
Che cosa c’è dietro la maschera di un assistente universitario? Un uomo che ride. Capirete perché.

 

Viaggio nel tempo

 

Chiedo a una ragazza di parlarmi di un argomento a scelta.

– Parlerò dell’origine dei dialetti. I dialetti italiani nascono nel periodo della grande invasione dei popoli mediterranei…
– Ne è proprio sicura?
– Certo. L’invasione dei popoli mediterranei, dicevo, è avvenuta tra il IV e il II sec. a. C.
– Quindi mentre Scipione l’Africano sconfiggeva Annibale a Zama nel 202 a. C., Roma si trovò a fronteggiare la terribile invasione dei popoli mediterranei, dico bene?
– Guardi, può darsi che mi sia sbagliata. Non sono ferrata in Storia antica. Posso ricominciare con un altro periodo?
– Ricominci.
– Parlerò del periodo carolingio, del XII secolo.
– Ha sbagliato di qualche secolo.
– Ha ragione, mi scusi: era il Quattrocento.
– Lasciamo perdere. Ci vediamo al prossimo appello e… mi saluti Carlo Magno.
– Ma Carlo Magno è morto!
– Mi dispiace moltissimo. Stia vicino alla sua famiglia.

 

La Storia è la scienza delle cose che si ripetono.

La Storia è la scienza delle cose che si ripetono.

 

Le preposizioni complesse

 

– Mi faccia un esempio di dislocazione a sinistra.
Il caffè lo prendo bollente.
– Molto bene. Domanda facile facile: lo, in questo caso, che funzione ha?
Lo è un articolo.
– Non bestemmi.
– Non ho bestemmiato. Io credo in Dio.
– Ma non crede nella grammatica italiana. Lo, in quella frase, non è un articolo.
– Oddio.
– Non lo nomini invano. Allora, che cosa è questo lo?
– È… una preposizione.
– Una preposizione???
– Sì.
– Quindi le preposizioni sono di, a, da, in, con, su, per, tra
Lo!
– No!!!
– No???

Come se non bastassero la vita, le donne, Mullholland Drive, la politica della sinistra italiana degli ultimi 20 anni, Renzi-che-fa-cose-e-piace-agli-italiani, il successo dei Modà, la vittoria della Grecia agli Europei del 2004, il finale di Lost, le consonanti articolate dall’apparato fonatorio di Ligabue, le canzoni di Vasco Brondi e la parola tedesca Grundstücksverkehrsgenehmigungszuständigkeitsübertragungsverordnung, tu, ignoto e indimenticabile studente, hai un altro enigma da risolvere: le preposizioni.                                                                                                                            Io ti ringrazio perché mi hai insegnato che anche le preposizioni possono essere complesse se è semplice, paurosamente semplice, lo sguardo che cade su di esse.

 

 

Viva il geoomonimo

 

A un ragazzo, che ha studiato dizione con Gianni Ciardo, chiedo un esempio di geoomonimo.

– Un esempio di geoomonimo? Vulva.
– Scusi, può ripetere?
– Vulva.
– Vulva?
– Ma porca putt… mi scusi. Volevo dire “fregna”.

A questo punto siamo scoppiati entrambi a ridere. Una di quelle risate isteriche, convulse, parossistiche, da star male. Abbiamo continuato a ridere anche dopo la sua bocciatura, dandoci di gomito. Come fanno gli uomini quando parlano di geoomonimi.

 

"Più geoomonimi per tutti!"

“Più geoomonimi per tutti!”

 

Lo studente fuori luogo

 

– Mi spiace ma devo bocciarla.
– Non lo faccia, la prego: sono uno studente fuori luogo.
– Me ne sono accorto.
– Volevo dire “fuori corso”.
– No, guardi, lei è proprio fuori luogo.
Pausa lunghissima. Sguardo introspettivo. Occhi bassi. Un sospiro di rassegnazione.
– In effetti. Sono fuori luogo.

Con questa ammissione hai dimostrato di essere tu il vero sapiente. Hai palesato la tua ignoranza, hai ammesso di non sapere, svelando la protervia che ulula nei nostri animi di specialisti. Caro studente fuori luogo, la ricerca è più importante del risultato, la domanda propaga nel tempo e nello spazio un’eco più forte della risposta. Se tu non fossi andato via così in fretta, ti avrei detto un’ultima cosa.
Uno degli appellativi di Socrate era atopos ‘fuori luogo’.

Giovanni Laera

"L’ironia è una dichiarazione di dignità, un’affermazione della superiorità dell’uomo su ciò che gli capita."

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