All’improvviso si apre una porta e qualcuno grida “Jooosh!”.
Ti coglie di soprassalto.
…sssì, sì, ma chi è? Cosa vuole da me?
No, non ce l’ha con te. Anche se ti piacerebbe avere questo nome figo e ‘ammericano’.
Non sei Josh, non sei un discutibile investigatore privato di Los Angeles alle prese con l’avvincente caso della scomparsa del gioielliere più importante della città.
Sei un patetico individuo con la passione del cinema e con l’esigenza di vivere.
Hai fatto l’abbonamento alla rassegna, per allargare i tuoi orizzonti cinematografici.
Anche quest’anno hai convinto la tua donna, giustamente scettica.
Hai insistito: “Facciamo l’abbonamento, che importa se non tutti i film sono eccezionali, bisogna sperimentare”.
Hai sostenuto fermamente – cercando di convincere innanzitutto te stesso – che “Il tempo si trova, Ciccina, mi organizzerò”.
Hai utopisticamente ribattuto alle fondate obiezioni di Ciccina: “Si trova una serata per il cinema. Si trova”.
Certo, si trova. Eccola.
Sei lì, in una sala buia, dopo una giornata lunga.
Sei stanco, realmente stanco. La poltroncina è comoda, realmente comoda.
La focaccia ai wurstel che hai ingurgitato a razzo nell’illusione di ritrovare energia è placidamente entrata nella fase di digestione. E la digestione chiama pisolino. Si sa, da sempre.
La temperatura, poi, è quella giusta.
Non per il film, per il pisolino. Necessario. Insopprimibile. Ti travolge come un TIR. Non c’è trama che tenga, non c’è effetto speciale che lo possa contrastare. Non c’è colonna sonora che lo possa sconfiggere. Non c’è sparatoria che lo spossa contenere.
Le parole di Josh e il vocìo delle strade di Los Angeles si allontanano, lentamente. Sfumano. Entri dolcemente, impercettibilmente, nel SONNO RIMBALZATO. Regolarmente interrotto dalla caduta in avanti della tua testa inerme.
Ti rialzi di scatto, orgogliosamente, tornando vigile. La tua testa rimbalza in alto, pronta a un nuovo ciclo.
Josh…il caso del gioielliere…quella macchina trovata vicino al locale di Yosemite…perché proprio lì?…
Poi altre immagini morbide, soavi, che non c’entrano con L.A., né con Josh.
Stai di nuovo indegnamente rimbalzando tra sonno e veglia, tra sogno e pellicola. La dolce fusione tra i due funziona, ti piace, ti avvolge.
Sei pronto a giurare a te stesso e alla tua donna “Ho seguito tutto, non mi sono mai addormentato, avrò al limite chiuso gli occhi un attimo per riposarli. Ma scherzi?!”
Sei pronto a scommettere “Se vuoi ti racconto tutto il film.”
No. Non scommettere.
Non sei in grado di raccontare il film. Al più sei in grado di accocchiare una delirante mistura di spezzoni di film e di sogno. Che tu trovi plausibile, appassionante.
Sei alle prese con il DILEMMA DEL SONNO RIMBALZATO.
Sarebbe stato più onesto restare a casa?
Sarebbe stato meglio mettersi a dormire orizzontalmente?
In fin dei conti, il sonno orizzontale è più dignitoso del sonno rimbalzato?
Certamente è meno coraggioso.