Sono stato, con i miei soci de L’Amaro, alla prima serata del Libro Possibile a Polignano a Mare. Ci siamo sentiti come Fausto Bertinotti e sora Lella alle feste radical chic sulle terrazze romane, pienamente a nostro agio con la borghesia locale. Tra cinquant’anni ce ne pentiremo. Promesso.
Considerata la simultaneità della semifinale dei Mondiali, gli ignoranti sono rimasti a casa e, siccome fanno massa, la prima serata è stata volutamente scevra di ospiti di rilievo ed emozioni forti.
Il top, per dire, è stato il siparietto in cui Luxuria ha spiegato a Enzo Magistà come il termine “ricchioni” derivi dallo spagnolo orejones e “la prima cosa che ho notato quando ho incontrato Berlusconi sono le grandi orecchie”. Magistà non è stato al gioco, non chiedendole se conoscesse qualche retroscena omo della vita di B (che non fossero i già noti esercizi di lingua rotante di Bondi). In compenso ha tirato fuori il nome di Cicciolina mentre si parlava di transgender in politica, dimostrando che non è solo la sua immagine televisiva ad essere rimasta al 1985.
Ad un certo punto mi sono sentito circondato da sguardi di uomini brizzolati in camicia floreale e sandali, con un libro sotto il braccio e lo sguardo mesto e ammiccante. Non erano orejones ma scrittori minori, presentati nei palchi piccoli, ed io avevo un accredito stampa appeso al collo. Fino a quando non li chiama Fazio è così che tirano a campare.