Ricordate i bei tempi? Quando chi aveva la barba era etichettato come comunista, metallaro o senzatetto?
La barba, oggi come ieri, non è altro che un fenomeno di costume rilevante come il risvoltino dei pantaloni post-alluvione, la giustamente estinta maglietta Guru o gli occhiali da intellettuale resi popolari da – reggetevi forte – Fabrizio Corona.
L’altro ieri, però, la barba era un fenomeno di costume meno diffuso; i barbuti narravano infatti una piccola disubbidienza borghese che apparteneva a musicisti, sedicenti intellettuali, omosessuali, a Uan di Bim Bum Bam, ai comunisti e, ovviamente, a Bud Spencer. Categorie prontamente discriminate dal resto della società.
Quello che è cambiato è l’approccio verso questo fenomeno.
In pochi mesi si è passati da ghettizzazione a moda; si sono infatti registrati fenomeni preoccupanti: gli utili di Procter & Gamble – colosso dei rasoi – sono calati del 16%, è nato il trapianto di barba e Flavia Vento ha cominciato ad usare Twitter.
La barba è quindi un fenomeno collettivo, completamente svilito ma – questo è il punto – ha ancora la pretesa di essere di nicchia.
La barba al tempo dei Nobraino
Oggi la barba è alla moda, dà un tono e piace alle ragazze tanto che, alcune, hanno persino smesso di radere la propria.
Le persone che indossavano jeans RICH e cappellini “De Puta Madre” – o i loro degni eredi – sfoggiano una bellissima barba. Come quella di Kruger dei NoBraino direbbe qualcuno, come quello là che canta nei cosi direbbero loro.
Chi fino all’altro ieri era pronto a deridere i barbuti dall’alto delle sue Nike Air Max oggi è un barbuto in Converse.
E la sera, nei posti in, si è un po’ tutti radical chic. Giacca elegante, camicia e ovviamente barba.
La moda è trasversale e non conosce età.
Caparbi sedicenni si ostinano a far cresce 27 peli, ventenni discotecari sperano di somigliare al calciatore, al cantautore o al personaggio TV barbuto che fa strage di donne; i trentenni ricorrono modelli di intellettuale più vecchi e ragazze decisamente più giovani.
Come è potuto succedere?
Partiamo da un assioma: il maschio X adatta il suo look alle possibilità di scopare.
Oggi non è difficile che un brano di Mannarino, Dente o Brunori sia nella playlist di una ragazza preceduto da Miley Cirus e seguito da Avicii o Pitbull; per non parlare dei social, letteralmente inondati da ragazze che condividono l’ultimo pezzo di un esponente del nuovo cantautorato italiano.
Il nuovo cantautorato italiano, che fa della barba un dogma imprescindibile, sta diventando la colonna sonora preferita delle ragazze italiane di età compresa tra i 18 e i 30 anni.
[Prima dei 18 a farla da padrone è il nuovo rap italiano, la peggiore piaga sociale che ha afflitto gli adolescenti dopo “Non è la RAI”]
E come quasi sempre succede quando ad una ragazza piace una band o un cantante questa finisce per innamorarsene o invaghirsene: gli estrogeni muovono il 90% del denaro nella musica.
E, ovviamente, i ragazzi cercano di somigliare a questi modelli per avere qualche speranza di copulare. E poco male se, in fondo, le canzoni gli fanno anche schifo.
Ma, per fortuna, non tutte le ragazze si invaghiscono di artisti e cantautori.
Molte altre impazziscono per calciatori, attori e personaggi TV: tutti, in questo momento, barbutissimi.
E chi la barba l’ha sempre avuta?
Chi la barba l’ha sempre avuta, per un motivo o per un altro, accetta in silenzio e gode dei benefici.
NB
Sono riuscito a finire un articolo che parla di barba nel 2014 senza menzionare gli hipster.