Il Festival del Libro Possibile si è chiuso sabato sera, ma noi siamo ancora a Polignano a Mare in attesa che le frotte di ammiratrici estasiate si diradino e ci permettano di fare una foto a Chef Rubio. Ma la vedo dura. Che poi, chi minchia è? Cerco su Google: un figaccione, ex rugbysta, che da un anno conduce il programma Unti e bisunti su DMAX. Figaccione, rugbysta, Unti e bisunti. E mi devo pure trattenere dal fare battute sessiste sul perché centinaia di donne abbiano fatto la fila per abbracciare sto tizio, e non ad esempio il maestro Carlo Freccero (splendido e appassionato nello spiegare la mistificazione televisiva). Se no la Boldrini mi sgrida.
A proposito della Boldrini. Sabato sera, la Presidenta della Camera, è apparsa all’improvviso come la Madonna di Fatima tra la gente gaudente ed ammaliata, affollando il centro storico polignanese come per nessun altro ospite. Solo che la Madonna di Fatima, quando apparve, aveva un tono meno grave.
Del resto c’è da stare preoccupati di questi tempi. Non perché l’attuale crisi sia talmente profonda da ridefinire le fondamenta delle democrazie e gli stati sociali per le colpe “senza appello” e l’avidità dei banchieri, come ha spiegato Federico Rampini poco prima dallo stesso palco. No. Dobbiamo preoccuparci perché oggi in Italia “nessun uomo insegnante verrebbe mai chiamato maestra. Perché una donna che dirige un giornale viene chiamata direttore?”. Una barbarie proprio.
La battaglia femminista, estemporanea e bacchettona, della Boldrini ha la stessa possibilità di favorire le pari opportunità in Italia di quante ne abbia Raffaele Fitto – sul palco prima di lei – di ottenere le primarie in Forza Italia e diventarne leader. O di quante ne abbia Daniele Capezzone, autore del libro presentato da Fitto, di passare alla storia per un motivo che non sia l’anagramma hot del suo cognome.